Nessuno ha detto che sarebbe stato facile.

Come sorridere ad una giornata più nuvolosa del solito. Una di quelle che passeresti con le gambe sotto al piumone invece che sotto ai banchi di quella Università. Una di quelle in cui indossi le tue sneakers preferite e quel senso di smarrimento un poco si allontana. 
Come imparare qualcosa di nuovo, progettare qualcosa di nuovo, conoscere qualcosa di nuovo. Qualcosa che ti attira e spaventa allo tempo stesso. Che alle volte sembra più semplice consigliare agli altri di essere felici, piuttosto che esserlo per davvero.

Da lunedì scorso ho ricominciato l’Università. La Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali, all’Università di Torino. Dopo la laurea in Giurisprudenza sembrava la conseguenza più logica, più sensata, più ponderata. Ma quando ti ci ritrovi dentro ecco che tutte le tue convinzioni sfumano come uno smokey eyes neanche troppo ben fatto. E così non sai più se ti piaccia, se ti soddisfi e se davvero è quello che sogni per il tuo futuro.

Ma a chi non prova non è dato sapere. Come sarebbe stato.

Che sia appariscente, divertente e con un tocco di colore. Che faccia notare, che sia originale e unica. Che sia funzionale ai nostri bisogni e alla frenesia delle nostre giornate. In cui, avere un telefono sempre in mano rientra tra i nostri must have irrinunciabili. Lei la cover dell’iPhone. In grado di rappresentare un po’ anche noi, il nostro modo di essere e ciò che amiamo di più. Come le borse, ad esempio, o i fiocchi. Rigorosamente rosa, sognatrici come siamo anche con i nostri 25 anni. Lei, la mia attuale cover preferita. Il sogno di tutte le mie amiche e anche il mio. Per avere sempre a portata di mano il mio iPhone. Senza rischiare di dimenticarlo qua e là. Come accadeva troppo spesso prima di provarla. E di innamorarmene perdutamente.