Ci sono momenti bellissimi. Come una serata con un’amica della nostra infanzia. Un sushi e tante cose da raccontare.
Quell’amica bella che piaceva un po’ a tutti: bambini, bambine, maestre. Quell’amica persa per tanti anni e ritrovata quasi per caso, tra i banchi dell’università. Una laurea conseguita insieme, lo stesso giorno. Chiamatelo destino.
Lei e due occhi verde salvia. Bella senza sapere di esserlo. E bella proprio per questo. Lei e il suo carattere un po’ pazzo, ribelle, sincero. Contro ogni tipo di tecnologia e una delle poche persone che conosco a non avere Facebook. Anticonformista e fiera di esserlo.
L’amica delle prime sciate di gruppo in montagna. Tra risate, cadute, grandi panini e numeri scritti sui vetri appannati di un vecchio pulmino. Lei e i tornei di pallavolo, only girls. Ricordi, ricordi, ricordi. Un ragazzo cicciotto di nome Alex, che forse puzzava. La mamma di una nostra compagna e le sue camicette di seta, completamente trasparenti. I fratellini dei nostri amici: nati quando noi eravamo alle elementari e improvvisamente diciottenni.
Un presente incerto, come per tanti ragazzi della nostra età. Ed un futuro pieno di progetti e aspettative. Che se non sogni a 25 anni, quando.

Guardarsi indietro e vedere il tempo passato, veloce e senza quasi lasciare segni. Se non nei sorrisi e negli abbracci condivisi. Nelle persone incontrate. Nel bene seminato. E nelle emozioni che abbiamo saputo regalare. Agli altri prima che a noi stessi.

Momenti bellissimi, di cui dovremmo imparare a fare tesoro.