Cosa vedere a Marrakech, Marocco
Cosa vedere a Marrakech. Da molto tempo sognavo di visitare Marrakech, una delle città più vive e suggestive al mondo, e finalmente si è presentata l’occasione giusta. L’architettura, i colori, gli odori delle spezie, l’atmosfera da Mille e Una Notte: tutto mi affascinava di questa città e vederla dal vivo non ha deluso le mie aspettative… Proseguite la lettura per scoprire il mio diario di viaggio, completo di indirizzi e consigli utili!
Cosa vedere a Marrakech in 3 giorni
Per raggiungere Marrakech ho volato con EasyJet da Milano Malpensa. E’ l’unico volo diretto che abbiamo trovato (della durata di tre ore e mezzo), e c’erano anche pochi orari tra cui scegliere: l’andata di lunedì pomeriggio alle 14:15, mentre il ritorno alle 10:50 del venerdì mattina. Quindi di giorni effettivi che abbiamo avuto per vistarla sono stati tre. E’ richiesto il passaporto (eccetto chi viaggia con un tour operator: in questo caso è sufficiente la sola carta d’identità) e sia in ingresso che in uscita occorre compilare il foglio del visto indicando il proprio indirizzo in Marrakech (ricordatevi la penna!). L’aeroporto Menara si trova molto vicino alla città, però entrare nella medina, ovvero la parte antica, richiede un pochino di tempo in più a causa delle stradine strette e del traffico che si forma con il passaggio di pedoni, motorini e biciclette! Per raggiungere la medina si deve oltrepassare le mura di cinta della città: quello che più colpisce è il loro incredibile colore rosa salmone e lo stato di ottima conservazione, seppure siano antichissime (datate 1120).
Le prime due notti abbiamo soggiornato al Riad Dar Darma, che si trova a pochi passi dal souk, in una posizione centralissima. Riad (parola che letteralmente significa giardino) è il nome ora utilizzato per indicare le tradizionali abitazioni marocchine che sono state restaurate e convertite in alloggi per i turisti. Hanno un fascino davvero molto particolare: si presentano come edifici per nulla appariscenti dall’esterno, ma con ricche decorazioni all’interno. Sono costruiti attorno ad un giardino o cortile e suddivisi in suite spaziose, dotate di ogni comfort e che si affacciano tutte sullo stesso cortile. Lampadari in rame, ottone o ferro, tappeti, divani in velluto e pouf, anfore in terracotta sono i tipici elementi dello stile marocchino. E poi ci sono le porte, bellissime. Il Dar Darma ci aveva riservato la Suite Blu, una suite di 120 mq, arredata nei torni del blu e del grigio, composta da un salone (con il caminetto) e due stanze con il letto matrimoniale a baldacchino, ciascuna con annesso il proprio bagno. Me ne sono innamorata ancora prima di esserci entrata, quando ho visto la meravigliosa porta d’ingresso in legno scolpito. Ho poi scoperto che tutte le porte, anche quelle interne, sono interamente in legno decorato da motivi bellissimi e si chiudono con il chiavistello (ma tranquilli, la porta della camera si può chiudere anche con un maxi lucchetto).
Come vi anticipavo, l’anima del riad è nei giardini e cortili interni, vere e proprie oasi di pace e tranquillità (e ombra, molto apprezzata nei mesi estivi di caldo torrido, in cui mi hanno raccontato che le temperature si aggirano sui 45°C). Spesso sono arricchiti dalla presenza di piante oppure di fontane, nonché di tavoli e sedie per poter sfruttare appieno questo spazio.
Per la nostra prima cena marocchina abbiamo deciso di rimanere nel riad Dar Darma e sederci al tavolo davanti al caminetto. La cuoca Maria aveva preparato per noi alcuni piatti a base di verdure cotte, tra cui zucchine, melanzane e carote aromatizzate alla cannella (non avevo mai sperimentato questa combinazione e l’ho amata)! Poi briouates, un piatto di invitanti sfoglie ripiene di verdure o formaggio (le più deliziose che io abbia mai mangiato in tutto il viaggio), del pollo e del pane arabo come accompagnamento. Per finire la prima di una lunghissima serie di tazze di tè alla menta (è la loro bevanda tradizionale)!
La mattina successiva scopriamo che la colazione viene servita sul tetto oppure, per le più freddolose come noi, in camera o ancora nella sala davanti al caminetto. Abbiamo scelto quest’ultima opzione in quanto, svegliandoci presto e andando a fare colazione verso le nove, faceva ancora troppo freddo per mangiare all’aperto. Come sono le temperature a Marrakech a gennaio? C’è una forte escursione termica: si passa dai 3° della notte ai circa 20°C del giorno (ma se ne percepiscono di più se si sta al sole), e al mattino presto ci sono all’incirca 10°C. Al Dar Darma la colazione viene servita al tavolo ed è sempre diversa, in quanto preparata con ingredienti freschissimi. Ci sono diversi tipi di pane e crepes, da accompagnare con burro, miele e marmellate, e poi omelette e un meraviglioso yogurt aromatizzato alla vaniglia. Caffè americano e spremuta fresca come bevande…
… Non manca mai il tè alla menta, servito in una maniera molto scenografica all’interno di teiere d’argento con il beccuccio molto lungo: il tè, bollente ed opportunamente zuccherato, viene versato in tipici bicchieri di vetro da una certa altezza, per far raffreddare prima l’infuso. Ha un sapore eccezionale: vi consiglio di ordinarlo già zuccherato e non con lo zucchero a parte, perché non verrà mai buono come quello zuccherato da loro!
Per la nostra prima giornata a Marrakech abbiamo deciso di affidarci ad una guida locale affinché ci accompagnasse nel souk e alla scoperta della medina. Ci avevano consigliato di fare così perché ci avevano detto che nel souk le persone sono molto insistenti nel vendere ai turisti, e quindi si rischiava di non riuscire a visitarlo con la giusta calma e con il giusto stato d’animo se non si era con una persona del posto. E poi è bello avere qualcuno che conosce i negozi migliori e sa esattamente dove portarti! Per la guida abbiamo fatto richiesta la sera del nostro arrivo e il Riad Dar Darma si è occupato di tutto, trovandocene una in lingua italiana. Si tratta di una ragazza carinissima che ha vissuto in Italia per molti anni e che quindi conosce perfettamente la nostra lingua: nel caso in cui aveste bisogno, si chiama Hanane Chouquir e potete contattarla via email all’indirizzo [email protected]!
Il tour è iniziato dal nostro Riad Dar Darma, dove Hanane è venuta a prenderci: da qui abbiamo costeggiato la Medersa di Ben Youssef, la scuola coranica dall’architettura peculiare che purtroppo non abbiamo potuto visitare in quanto chiusa per restauro (e lo sarò ancora per tutto il 2019) e abbiamo oltrepassato il Museo di Marrakech prima di addentrarci nel souk vero e proprio. Ci siamo così ritrovate tra una moltitudine di oggetti, colori, profumi e voci diverse. Ad ogni passo qualcosa di nuovo catturava la nostra attenzione ed era davvero difficile resistere all’impulso di acquistare tutto!
La Maison de Babouches è stata la prima tappa. Babbucce di ogni colore, una in fila all’altra, ricoprivano le intere pareti del negozio!
E poi i negozi di lanterne, lampade e luci, oggetti per la casa, piatti e bicchieri coloratissimi!
Orientarsi non è impossibile: c’è un lungo viale coperto che porta dalla piazza del Museo fino alla piazza più famosa della città, Piazza Jamaa el Fna e quando vi ritrovate ad un bivio, guardate in alto e troverete un cartello che indica la direzione. Più o meno a metà della passeggiata abbiamo fatto una deviazione per raggiungere la Piazza delle Spezie e per fermarci per fare pranzo in uno dei tanti ristoranti con la terrazza sul tetto! Abbiamo scelto il Nomad, che offre ai propri avventori dei carinissimi cappelli di paglia con cui ripararsi dal sole: ve lo consiglio perché il cibo qui era davvero ottimo!
In piazza c’era un gigantesco negozio di tappeti e tantissime bancarelle che vendevano oggetti in realizzati paglia intrecciata: borse, cappellini, elementi decorativi per la casa… Tutto fatto a mano: guardate che colori!
Il tour è continuato con la visita della Piazza Jamaa el Fna, la gigantesca piazza del mercato nonché la piazza più famosa della città. Con banchi e bancarelle di ogni tipo, la guida ci ha spiegato che il momento migliore per visitarla è di sera quando è ancora più animata che durante il giorno, con tantissimi show di strada. Raggiungiamo infine il limite della città vecchia, delineato dalla Moschea La Koutoubia: si tratta di uno dei punti di riferimento di Marrakech in quanto è l’edificio più alto di tutta la città, il cui minareto di 77 metri è visibile fino a 29 km di distanza. Sulla sua cima scintillano tre grosse sfere in rame ricoperte d’oro! La Moschea divide esattamente la città vecchia da quella nuova. Purtroppo il suo interno è visitabile soltanto dai fedeli musulmani.
Veniamo ora ad una delle domande che ho ricevuto più di frequente su Instagram: Marrakech è pericolosa? Per mia esperienza vi dico di no: ho notato un sacco di pattuglie di polizia che sorvegliano la città, le piazze, i giardini e le vie del souk. La guida ci ha anche detto che ci sono tanti poliziotti in borghese e che è sicuro andare in giro da soli anche con il buio, assicurandomi che la città vive del turismo e nessuno i sognerebbe di fare del male ai turisti. Le persone del souk cercano di venderti le loro merci, alcuni magari con insistenza, ma basta non dare loro retta e nulla accade. E’ sempre opportuno chiedere il permesso prima di scattare fotografie: normalmente viene accordato, alcune volte viene richiesta una piccola mancia. Se vi affidate ad guida, sarà lei a occuparsi di chiedere il permesso e nella maggior parte dei casi non vi verrà chiesto nulla. Ci sono ragazzini che ti chiedono dove alloggi e si propongono di scortarti in cambio di una piccola mancia: potranno essere insistenti, ma non sono certamente aggressivi.
Per quanto riguarda gli acquisti nel souk di Marrakech: la moneta è il dirham marocchino (1 euro vale poco più di 10 dirham), ma nella maggior parte dei posti viene accettato l’euro. Fate solo attenzione al cambio che vi praticano e non dimenticatevi di contrattare il prezzo!
Terminato il tour, siamo rientrate al Dar Darma giusto in tempo per goderci il tramonto dalla terrazza!
Per cena la cuoca del Dar Darma ci aveva preparato uno dei piatti tipici marocchini: il tajin, piatto a base di carne e/o verdure che vengono cotte in una particolare pentola in terracotta e servite poi direttamente nella stessa. La pentola si compone di un piatto basso e di un coperchio conico: al suo interno vengono posti gli ingredienti insieme ad acqua e una miscela di spezie, e poi viene posizionata su un fuoco basso. La cottura così è lenta ed esalta al massimo il gusto degli ingredienti!
Il giorno successivo era il momento di lasciare il Dar Darma per spostarci in un nuovo hotel. Abbiamo così salutato Hicham, al front desk, e tutto il personale, che dobbiamo ringraziare di cuore: ci hanno fatto davvero sentire come a casa!
La nostra nuova destinazione era La Mamounia, un hotel storico di Marrakech, tra i più grandi e curati di tutta la città. Hotel che nel 2018 ha vinto il Premio Readers Choice della prestigiosa rivista Condé Nast Traveler, che l’ha classificato come il miglior hotel al mondo! Un luogo di incredibile bellezza, racchiuso all’interno di mura e nel mezzo di un giardino rigoglioso con piante di ogni tipo, una bellissima piscina all’aperto e una al coperto, una spa con l’hammam e addirittura un campo da tennis.
La suite che ci era stata riservata, situata al quarto piano, era a dir poco meravigliosa. Constava di una cabina armadio, un soggiorno, una camera da letto matrimoniale, due bagni e un doppio terrazzo con sdraio ed una vista incantevole che andava dai giardini dell’hotel alla piscina, fino alle montagne innevate dell’Atlas. Se il pavimento di mosaici e il soffitto a cassettoni in legno color verde acqua mi aveva letteralmente rapito, il bagno mi ha lasciato ancora più senza parole: interamente in marmo bianco, compresa la doccia a la vasca, e un’atmosfera incredibile al suo interno!
Abbiamo poi deciso di tornare nella parte vecchia della città per fare un’ulteriore giro per il souk e pranzare in un altro posto davvero carino e tipico. Si chiama Terrace des Epices e anche questo si trova nella Piazza delle Spezie (dal lato opposto rispetto al Nomad): anche qui la vista dalla terrazza è a dir poco incredibile!
Ci siamo poi imbattute in un negozio di erbe e spezie, così bello e perfettamente ordinato da catturare subito la nostra attenzione. Il proprietario era gentilissimo e si è offerto di farci annusare un sacco di tè, erbe, oli essenziali e alcune delle sue chicche (come i cristalli di eucalipto che, sciolti in una tazza di acqua bollente e inalati, servono a liberare il naso chiuso). Avessi avuto la borsa di Mary Poppins, credetemi, avrei acquistato un vasetto di tutto!
Nel pomeriggio siamo rientrate in hotel e abbiamo deciso di fare una passeggiata nel suo immenso giardino: i vialetti sono circondati da piante di ogni genere, tra cui tantissimi ulivi, alberi di arancio e roseti! Ovunque piccole aree di ombra formata dalle colonne tipiche marocchine decorate da zellige, ovvero mosaici di ceramica smaltata in colori ultra vividi. Anche alcuni pavimenti riprendevano questi colori: bellissimo camminare lì!
Il giorno successivo abbiamo trascorso la mattinata in hotel, iniziando dalla sua famosa SPA e dalla splendida piscina interna.
Appena il tempo di far salire il sole e abbiamo raggiunto anche la piscina esterna, bellissima e gigantesca. La temperatura era piacevole e godersi un’oretta in costume con i piedi nell’acqua, dopo tanti mesi dall’ultima volta, è stato davvero bello!
C’è un posto davvero speciale a La Mamounia: si chiama Black and White Salon ed è un cortile con il pavimento in marmo e un imponente colonnato decorato con mosaici sui toni del bianco e del nero… Uno dei posti più magici dell’intero hotel! Il suo accesso è riservato ai soli ospiti e bisogna chiedere il permesso per accedervi (il personale ha la chiave per aprire la porta e vi aspetterà paziente fino al vostro rientro)!
Ultimissima tappa a Marrakech è stato il Jardin Majorelle, un giardino naturalistico incredibilmente bello e vasto (di ben oltre due ettari). All’ingresso si attraversa una fitta foresta di altissimi bamboo per raggiungere il giardino dei cactus (di tantissime specie differenti), e poi alberi di banano, palme e una bougainvillea immensa che copre un intero pergolato. Già da lontano si riesce a intravedere il blu dell’edificio principale, il famoso blu majorelle.
I giardini hanno una storia tutta speciale. Sono stati ideati dall’artista francese Jacques Majorelle nel lontano 1923 quando, dopo aver subito alcune cure mediche, decise di trasferirsi a Marrakech per il periodo della convalescenza. Acquistò il terreno con l’intenzione di far costruire una villa, che sarebbe diventata la sua dimora, e decise di dipingerla lui stesso di questo particolare blu cobalto intenso, che prese poi il suo nome. Tutto intorno realizzò man mano un giardino botanico ispirandosi ai tradizionali giardini marocchini, e deciso di aprirlo al pubblico. Dopo la sua morte, l’edificio ed i giardini caddero in uno stato di semi abbandono, fino a quando negli anni Ottanta un famosissimo fashion designer non lì riscoprì. Si tratta di Yves Saint Laurent (e del suo compagno e co-fondatore della casa di moda, Pierre Bergé). Innamorati della struttura, decisero di acquistarla e restaurare la villa e i giardini al loro antico splendore.
Lo stesso Yves decise che alla sua morte le sue ceneri sarebbero state sparse proprio qui, nel roseto. E un memoriale fu eretto in suo onore. All’interno dei giardini si trova un interessante Museo Berbero mentre fuori, a soli 100 metri dall’ingresso, si trova il Museo dedicato a Yves Saint Laurent. Troverete alcune bellissime immagini d’epoca che hanno segnato la storia della maison francese ed anche una hall dedicata ai suoi modelli iconici. La giacca doppiopetto, l’abito Mondrian, lo smoking e la giacca in stile safari, solo per citarne alcuni (purtroppo era vietato fotografarli). Assolutamente da non perdere!
Riconoscete la location di questo scatto?!
I Jardin Majorelle e il Museo di YSL sono tra i luoghi più visitati di tutta Marrakech e spesso si forma una lunga coda per l’acquisto dei biglietti. Quando ho chiesto informazioni al concierge de La Mamounia sugli orari migliori per visitarli, si sono offerti di andare loro ad acquistare i biglietti per evitarci la coda! Un servizio assolutamente da considerare, soprattutto se si ha poco tempo a disposizione. Il costo del biglietto dei giardini è 70 dirham mentre quello del museo di YSL è di 30. Il mezzo di trasporto più comodo e facile da reperire è il taxi, il cui prezzo si aggira sui 50 dirham a tratta (contrattatelo sempre prima di salire a bordo).
Siamo poi rientrate a La Mamounia per la nostra ultima cena prima di rientrare in Italia. Per l’ultima sera avevamo riservato un tavolo in un posto davvero speciale e unico nel suo genere: il ristorante marocchino interno all’hotel! L’architettura di questo ristorante ricalca quello dell’hotel: al centro un colonnato e tutto intorno i tavoli, racchiusi in salette da cui è difficile vedere gli altri commensali, per una totale privacy. In sottofondo una piacevolissima musica dal vivo, con un quartetto di artisti che suonavano strumenti locali. La cena è iniziata con con una selezione di pane da bagnare con olio di olive verdi dei giardini de La Mamounia oppure olio di argan, e poi da intingere nelle spezie: sale, paprika, cardamomo oppure pepe bianco. Come entrèe una insalata di cetrioli, cannella e mandorle: un’abbinamento davvero buonissimo (e pensare che a me i cetrioli generalmente non piacciono)! Poi una selezione di briouates, le sfoglie marocchine ripiene di verdure o formaggio, e una pastilla, ovvero uno sformato, a base di verdure e funghi. Un ospite super speciale è venuto a farci visita mentre stavamo cenando: si tratta di Samira, è un bellissimo siamese dagli occhi azzurri e ed è uno dei quattordici gatti ospitati dall’hotel! Come piatto principale abbiamo ordinato tajin di aragosta e cous cous di verdure, accompagnato da zuppa al pomodoro. Per finire, creme brulée alla cannella, frutta fresca con granita alla menta e gelato ai fiori d’arancia e biscotti marocchini. Il tutto accompagnato da un’ultimissima tazza di tè alla menta! Sia per l’atmosfera che per la qualità del cibo, è stata sicuramene una delle cene migliori di tutto il viaggio!
Si conclude così il mio viaggio a Marrakech, ma io penso già alla mia prossima destinazione. Un weekend a Londra, con partenza proprio oggi! Seguitemi su Instagram @lauracomolli per il live del viaggio! Mentre qui sul blog ci rivediamo presto con tutte le foto!
Buon venerdì e felice weekend a tutti voi!
1 comment
Superviaje !!! unas fotos increibles. Marrakech es una ciudad que tengo pendiente conocer algun día. Baci e buona settimana.