Visitare Samanà e il Nord della Repubblica Dominicana in una settimana
Visitare Samanà e il Nord della Repubblica Dominicana. Oggi voglio finalmente condividere con voi il racconto del mio ultimo viaggio in Repubblica Dominicana. Non so se ricorderete la prima volta in cui la visitai (trovate QUI il relativo blog post). Erano appena sei mesi fa, a Gennaio, e le mie foto ed i miei video piacquero molto all”Ente del Turismo della Repubblica Dominicana, tanto da chiedermi di ritornare nella settimana del 2 Giugno per scoprire la parte più naturalistica ed ecologica dell’isola. Dalla penisola di Samanà, di cui abbiamo visitato Santa Barbara, Las Galeras e Las Terrenas, abbiamo proseguito lungo la costa nord-occidentale fino a raggiungere Cabarete. Infine tappa nella mia città dominicana preferita… Proseguite la lettura per scoprire di più!
Visitare Samanà e il Nord della Repubblica Dominicana: Cosa vedere, dove dormire e mangiare
Arriviamo in Repubblica Dominicana con il volo diretto della Neos da Milano Malpensa, partito alle 14:00 di sabato ed atterrato, dopo nove ore, alle 18:00 ora locale a La Romana. Ad attenderci Carlos, la nostra guida, e Giancarlo, il nostro driver, che ci hanno accompagnato passo dopo passo per tutta la settimana. Trascorriamo la prima notte in un Hotel nei pressi dell’aeroporto, per poterci alzare presto la mattina successiva cariche di energia e partire alla volta di Samanà!
La penisola di Samanà
Si raggiunge in circa un paio d’ore e mezza di macchina dai principali aeroporti dell’isola, La Romana e Santo Domingo. Sulla strada per raggiungere il capoluogo, Santa Barbara di Samanà, abbiamo trovato tante risaie e molti alberi di mogano, albero nazionale della Repubblica Dominicana, oltre a una distesa infinita di palme. La penisola è infatti uno dei posti con la più alta densità di palme da cocco nel mondo. Se ne contano circa 7 milioni! Una sola palma da cocco può vivere fino a 100 anni e arriva a rendere fino a 150 cocchi all’anno!
Ci fermiamo ad un belvedere per bere l’acqua del primo dei tanti cocchi che abbiamo bevuto in questo viaggio. La vista è su Santa Barbara, famosa perché qui, nei mesi da gennaio a marzo, è possibile vedere le balene, quindi tenetelo a mente nel caso in cui decidiate di organizzare un viaggio da queste parti! Perché vengono proprio qui? Pare che trovino le condizioni di temperatura e profondità dell’acqua ideali per l’accoppiamento e per il parto!
Carlos, la nostra guida, ci spiega che Samanà è una parola di origine indiana taina (i taini furono la prima popolazione dei Caraibi) il cui significato è luogo di pace e di tranquillità. Samanà era anche il nome della regina di una delle tribù di indiani taini più aggressive di tutte, tanto che si racconta che quando Cristoforo Colombo mise piede sull’isola, nel golfo che ora si chiama Playa Rincon (nome che significa “spiaggia laterale”) ebbe uno scontro molto forte con questa tribù. Tanto forte che scrisse nel suo libro che non vide mai volare così tante frecce tutte insieme! Questo golfo è stato soprannominato così il Golfo delle Frecce. Noi lo abbiamo raggiunto da Las Galeras, a bordo della barca La Esperanza.
Playa Rincon è una spiaggia di una bellezza assoluta. Siamo arrivate per l’ora di pranzo: troverete un enorme gazebo e tante persone che cucinano il pesce che hanno appena pescato alla griglia! Si dice che a Samanà si possano trovare i gamberi e gamberetti migliori del paese: ovviamente li ho ordinati, insieme a riso bianco, fagioli e platano fritto. Che ho scoperto essere una costante di ogni pasto dominicano che si rispetti!
Sempre sotto al gazebo ci siamo imbattute nel banchetto di una ragazza che realizza a mano ciabattine infradito con coloratissimi fili: non potevo non acquistarne un paio per me ed uno per la mia mamma! Dopo lo shopping sono andata a esplorare finalmente spiaggia… Era domenica, c’erano pochissimi turisti: solo qualche dominicano che portava i suoi bimbi a fare il bagno. Una pace assoluta!
Abbiamo poi ripreso la nostra Esperanza per costeggiare la penisola fino a Playa Fronton, altra spiaggia dai colori meravigliosi.
Ci siamo poi diretti alla volta del nostro primo hotel, lo Chalet Tropical. Si trova nella località Las Galeras, a pochi passi dalla spiaggia. Qui abbiamo soggiornato in una villetta davvero favolosa, immersa nel parco dello Chalet tra palme e fiori. Tutta in legno, perfettamente integrata nel contesto. Dal patio con l’enorme tavolata si entra in un’ampia zona living con soggiorno, cucina, zona studio e doppio bagno. Una scala a chiocciola, sempre realizzata interamente in legno, porta al primo piano dove si trovano due doppie camere da letto, ciascuna con il suo balconcino: doppie in quanto da ciascuna camera si può accedere, grazie ad una scala interna, ad un’altra situata esattamente di sopra, con un altro letto matrimoniale.
Sia la cena che la colazione l’abbiamo fatta sulla nostra terrazza, in compagnia di alcuni micini.
Lo chalet è gestito da una ragazza italiana, Sara Paradiso, che è venuta a salutarci dopo colazione per raccontarci la sua bellissima storia. Viveva a Milano dove era interior designer (proprio in quel momento ho realizzato il perché di quella attenzione per i particolari e gli abbinamenti di colore in tutto lo Chalet: avete notato i divani e le lenzuola abbinate?), poi conobbe un ragazzo la cui famiglia viveva in Repubblica Dominicana, andò a trovarli e si innamorò dell’isola, tanto da decidere di rimanerci. Ora vive lì da 18 anni e ha realizzato il sogno di gestire una attività tutta sua, insieme a cinque splendidi gattini!
Dopo aver lasciato lo Chalet Tropical ci spostiamo in un’altra spiaggia caraibica da sogno: si chiama La Playita. Qui l’acqua del mare ha un colore incantevole e ci sono ovunque conchiglie giganti!
Poi affittiamo due quad per costeggiare la penisola fino a raggiungere un punto con una vista privilegiata, El Cabito. Si tratta di un ranch, hotel e ristorante, che vanta una terrazza panoramica davvero incredibile. Nella foto qui sotto mi vedete insieme a Carlos, la nostra simpaticissima guida!
Riprendiamo il quad fino a raggiungere il ranch di Rudy: Rudy in persona ci attende sul suo cavallo per guidarci durante la nostra prima cavalcata dal ranch fino a La Playita. Per me, il dolcissimo cavallo Moreno!
Ultimo bagno a La Playita prima di spostarci in una nuova spiaggia per il pranzo, Playa El Valle. La bellezza della vegetazione qui prende il sopravvento su quella del mare!
Per la nostra terza notte in Repubblica Dominicana ci attende una gran sorpresa: abbiamo dormito al Dominican Tree House Village! Come si intuisce dal nome, si tratta di vere e proprie case sull’albero (tre in tutto) collegate tra loro da ponti di corda sospesi in aria. Non ci sono finestre, solo tendoni rossi per riparasi dalla luce del sole. Neanche le porte si chiudono (c’è solo un lucchetto, ma serve a ben poco). Nessuno sembra preoccuparsi di dover chiudere a chiave le proprie cose: la sensazione è che qui nessuno tocchi nulla! La casa è così suddivisa: si entra nella camera da letto matrimoniale, con una tenda di rete fittissima per proteggersi dagli insetti durante la notta. Ci sono due sedie a dondolo per ammirare il panorama. Poi un pontile, senza tende, collega questa alla seconda stanza da letto, con il letto questa volta a castello. Adiacente alla “porta” d’ingresso un’altra porta di legno che conduce al bagno con la doccia. Non ci sono phon. Ci sono due prese elettriche, una per stanza, ed una in bagno. Per far sì che gli ospiti si sentano completamente inseriti nel contesto, inoltre, non c’è il wi-fi. Dovete semplicemente rilassarvi e godervi l’atmosfera!
E’ stata una notte molto diversa dal solito. L’atmosfera era particolare: non avevo mai dormito con il suono dei grilli e delle cicale, ma devo dire che ho riposato benissimo! E’ stata un’occasione davvero unica poter dormire qui, nel cuore della giungla, sospesi in una vera e propria casa costruita sull’albero!
Tutto al Dominican Tree House Village è costruito con materiali ecologici e nel pieno rispetto della natura. Qui sotto vedete il pontile che collega la casa alla sala dove si trova la reception ed il ristorante. Durante la cena, sentendoci parlare in italiano, si avvicina una ragazza che scopriamo essere lì come volontaria: per un mese offre cinque ore al giorno di lavoro gratuito per la struttura, in cambio di vitto e alloggio. Non avevo mai sentito parlare prima d’ora della piattaforma WorkAway e l’ho trovata davvero interessante!
Prima di lasciare la casa sull’albero abbiamo pensato che non ci fosse luogo migliore per far volare il drone. Mentre stavamo facendo una ripresa bellissima, è accaduto però un fatto tremendo: il drone si è incagliato su una pianta di mandorlo altissima! Panico! Per fortuna i ragazzi del Dominican Tree House Village sono abituati ad arrampicarsi e sono riusciti dopo vari tentativi a recuperarlo, nonostante l’albero fosse davvero in altissimo!
Riprendiamo così il nostro percorso a Samanà visitando Las Terrenas e fermandoci per pranzo al Ristorante Louis a Playa Coson, super consigliato! Anche qui pesce freschissimo alla griglia da accompagnare a riso, fagioli, insalata e l’immancabile platano fritto!
La Costa Verde nel Nord della Repubblica Dominicana
Nel tardo pomeriggio di martedì sera lasciamo la penisola di Samanà in direzione Nord-Ovest per raggiungere, poco prima della città di Cabrera, il nostro nuovo Hotel, il Baoba Beach. Il primo affacciato direttamente su una spiaggia orlata da incredibilmente alte palme da cocco.
La mattinata successiva ci dirigiamo verso una nuova destinazione, la Laguna Dudù. Qui è possibile fare la zip-line, ma io ho preferito scendere a piedi: l’acqua qui è fresca e invitante!
Poi è la volta di Playa Diamante: una spiaggia di sabbia bianchissima e sofficissima, in cui si può camminare per ore senza mai raggiungere l’acqua alta. C’è anche un’altalena sul lato sinistro della spiaggia, all’ombra di un gigante mandorlo!
Ci siamo poi spostati a Playa Grande per fare pranzo sulla spiaggia, davvero a pochi metri dall’acqua. Qui ne abbiamo approfittato per fare un bagno e poi, prima di andare via, abbiamo ordinato un delizioso cocktail a base di polpa e succo di ananas con latte di cocco e ghiaccio, che ci è stato servito direttamente nell’ananas: semplicemente delizioso!
Il giorno successivo ci siamo diretti a Río San Juan, dove abbiamo preso una barca per esplorare la Laguna Gri-Gri. Prende il nome dai fitti alberi di mangrovie che si possono ammirare appena usciti dal porto, popolati da bellissimi aironi bianchi. Poi, una volta lasciato il porto, verrete accecati dall’azzurro intenso dell’acqua della laguna, super invitante per un tuffo, e infine raggiungerete la Grotta delle Rondini.
Fare il bagno a Gri-Gri è davvero uno spettacolo!
Per pranzo ci spostiamo a Cabarete: il paesino è un qualcosa di delizioso, con la sua fila di ristorantini e negozietti lungo la spiaggia, che è rinomata per il kitesurf. Proprio da queste parti si svolgono annualmente i tornei di windsurf e kitesurf!
Decidiamo di prendere anche un cocktail! Carlos ci spiega che qui i locali ordinano il Santo Libre, che si prepara con il rum e la SevenUp! Noi optiamo per due piña colada al frutto della passione!
Sulla via del ritorno ci fermiamo a fare merenda in uno dei tanti banchetti sulla strada e prendiamo banane e mango!
Raggiungiamo poi l’ultimo Hotel, il Millennium Hotel, che si trova nei pressi di Cabarete.
Per cena torniamo in paese e scopriamo che, con il calar del sole, tutti i locali si illuminano con fili di lucine colorate! Mangiamo al Ristorante Da Papi, super consigliato: ho ordinato gamberetti alla papi, conditi con una salsa a base di pomodoro, cipolla, curry e un ingrediente segreto. I più buoni che abbia mai mangiato in questo viaggio!
La mattina successiva è iniziata con la prima lezione di surf della mia vita a Playa El Encuentro. Non ho preso neanche un’onda ma sono sopravvissuta senza lividi!
Dopo ci spostiamo a Playa Sosua, dove è possibile fare snorkeling tra i coralli. E qui abbiamo trascorso una buona oretta sott’acqua con maschera e pinne, ad ammirare questo bellissimo mondo sommerso.
Abbiamo fatto anche una passeggiata nel paesino, molto caratteristico!
Pranziamo di nuovo a Cabarete e poi abbiamo fatto l’ultima gita a cavallo di questa meravigliosa settimana in Repubblica Dominicana!
Rientriamo in hotel presto per preparare i bagagli in quanto la mattina successiva ci saremmo dovute svegliare prestissimo. Partiamo infatti intorno alle 7 puntuali per percorrere la strada che porta fino alla capitale, salendo per la Cordigliera Settentrionale dove si trovano le montagne più alte della Repubblica Dominicana.
La Zona Colonial di Santo Domingo
Eccoci all’ultima tappa del nostro viaggio!
Per pranzo ci fermiamo nel Ristorante in cui ero già stata con Manu a gennaio e di cui mi ero letteralmente innamorata!
Abbiamo trascorso il resto del pomeriggio in giro per la Zona Colonial, prima di dirigerci all’aeroporto di La Romana per prendere il volo del ritorno verso l’Italia.
Ci raggiunge per un saluto la bellissima famiglia di Carlos… Non potevamo desiderare una guida migliore, grazie di tutto!
Ringrazio nuovamente l’Ente del Turismo della Repubblica Dominicana per questa splendida opportunità!
Buon lunedì a tutti voi!
1 comment
Que bonito todo. Y tu estás guapísima. Besos.