Cosa vedere in Jamaica
Cosa vedere in Jamaica. Nove giorni lontano dall’Italia per scoprire un’isola caraibica di cui non conoscevo nulla e che mi ha fatto innamorare ogni giorno di più… Continuate a leggere per scoprire tutto sul mio viaggio in Jamaica, con tantissimi consigli su cosa visitare, ma anche dove dormire e cosa mangiare!
Cosa vedere in Jamaica in una settimana
Per raggiungere la Jamaica da Milano Malpensa ho preso il volo Neos delle ore 13:45 che, dopo quattordici ore di volo (con breve scalo a Santo Domingo), atterra a Montego Bay. Ancora un paio d’ore di macchina mi separano dalla prima tappa del mio viaggio: la località di Negril. Il volo è perfetto perché, essendo il fuso orario in Jamaica di meno 7 ore rispetto all’Italia (meno 6 quando vige l’ora solare), si arriva in serata e quindi si può recuperare immediatamente la notte di sonno persa! Ad attendermi al mio arrivo un clima caldo e decisamente tropicale: temperature tra i 27 ed i 30°C, con alti livelli di umidità (ma non ha mai piovuto)! Non è richiesto un visto all’ingresso e ci si può trattenere per un soggiorno massimo di 90 giorni.
La Jamaica è un’isola delle Grandi Antille che si trova poco distante da altre che ho già visitato in precedenza, Cuba e la Repubblica Dominicana. Ma è completamente differente. Ex colonia britannica, è ancora oggi parte del Commonwealth nonché regno di Elisabetta II. La lingua parlata è l’inglese, il cibo ha molto della tradizione britannica e le persone sono spesso sarcastiche e hanno quello spiccato senso dell’humour che è tipicamente british!
Veniamo ora al viaggio. L’itinerario è stato ideato per conoscere il lato meno turistico ed inflazionato della Jamaica e per immergersi nei luoghi più autentici, nella cultura e nelle tradizioni locali. Partendo da Negril.
Negril
Una delle spiagge più note e più belle in assoluto della Jamaica si trova a Negril. Sette chilometri di sabbia bianchissima, barriera corallina stupenda, un susseguirsi di coloratissimi localini di legno ma, soprattutto, uno dei tramonti più spettacolari che io abbia mai visto!
Il primo giorno siamo usciti in barca per fare snorkeling partendo dal West End. Ma già mentre mi trovavo a bordo dell’imbarcazione ho potuto fare sea watching grazie ad un oblò in vetro sul fondo: immaginate la mia felicità quando nell’acqua meravigliosamente turchese sono riuscita a scorgere qualche meravigliosa stella marina?
Ho poi trascorso il resto della giornata al Rockhouse Hotel, uno degli hotel più incredibili in cui io sia mai stata. Cosa ne dite?
L’hotel è composto da una serie di villette che si estendono lungo il bordo della scogliera di Pristine Cove, ciascuna con il proprio accesso privato al mare grazie ad una comoda scaletta colorata di arancione. Il cibo servito nel ristorante del Rockhouse è a km 0, coltivato o allevato internamente da loro nella loro fattoria: io l’ho visitata ed ho potuto degustare tutti i prodotti del loro orto!
E’ giunta l’ora dell’aperitivo e non potevo che ordinare acqua di cocco!
Per la seconda ed ultima giornata a Negril è prevista un’attività sportiva tipica del luogo: la gita a cavallo all’interno della Rhodes Hall Plantation, una riserva naturale che ospita coccodrilli e varie specie di uccelli. Il percorso dura un paio d’ore: parte all’interno della riserva e termina con un bagno in mare! Questa è stata la mia prima esperienza nell’acqua in sella ad un cavallo!
Per pranzo ci siamo fermati da Scotchies a Montego Bay: qui è possibile gustare alcuni dei piatti tipici della tradizione jamaicana come il pollo ed il maiale allo Jerk, ovvero cotti alla brace dopo essere stati marinati in una serie di spezie tra cui il jalapeño, che rende il piatto bello piccante (ed io amo il piccante)!
Altra esperienza unica da fare se vi trovate in zona è il rafting a Martha Brae River, a bordo di zattere molto particolari in quanto realizzate esclusivamente con canne di bambù. Come potrete immaginare questo tipo di imbarcazioni navigano molto lentamente, permettendo di immergersi pienamente nella natura circostante: esperienza davvero rilassante!
Le persone locali qui realizzano a mano una serie di oggetti davvero carini, come queste ciotoline ricavate dalla noce di cocco!
Ocho Rios
Dopo le prime due notti a Negril e dopo aver percorso la costa settentrionale da Ovest verso Est, ci fermiamo per un altro paio di notti a Ocho Rios. Soggiorniamo in un bellissimo resort, il Jamaica Inn, che ha una storia molto bella da raccontare…
Negli anni Cinquanta la Jamaica era una delle destinazioni più trendy dell’epoca, frequentata dal jet set internazionale e dall’aristocrazia inglese. E proprio al Jamaica Inn soggiornarono alcune personalità influenti dell’epoca, del calibro di Winston Churchill, di Marylin Monroe (in luna di miele con Arthur Miller), di Vivien Leigh (la Rossella O’Hara di Via col Vento) e di Ian Flemin, scrittore e autore del famosissimo Agente 007. Ma c’è di più: durante uno dei soggiorni, mentre si trovava al bar dell’hotel (di cui potete vedere una foto qui sotto), sentì un francese ordinare un drink insolito: un “Vodka Martini agitato non mescolato”. Fleming rimase super affascinato da questo dettaglio, tanto da prenderne spunto per il suo romanzo: James Bond lo ordina sempre!
La Jamaica è l’isola di James Bond non solo per questo aspetto. Fleming era solito svernare un paio di mesi l’anno nella sua villa di Goldeneye: proprio qui ha scritto (ed ambientato) alcuni dei suoi romanzi più famosi. Impossibile non ricordarsi una delle scene più emblematiche di “Licenza di Uccidere”, il primo film della saga: la bellissima Ursula Andress che esce dall’acqua con due conchiglie giganti in mano. La scena è stata ambientata e girata proprio sulla spiaggia di Ocho Rios. Sempre lo stesso film ha fatto mostrato al mondo un altro luogo jamaicano di incantevole bellezza, Dunn’s River Falls. Si tratta di cascate formate da scenografici gradini calcarei contornati da una lussureggiante vegetazione. Alte circa 55 metri, le sue freschissime acque si immettono direttamente nel Mar dei Caraibi creando una bellissima tonalità turchese.
Kingston
E’ giunta l’ora di spostarsi nella capitale, dove ci fermiamo una notte (tempo più che sufficiente per visitarla). Molte guide la ritengono una città troppo pericolosa per essere visitata ma io penso che sarebbe un vero peccato saltarla. Come nella maggior parte dei posti, basta evitare le zone sconsigliate. Proprio a Kingston si trova una parte fondamentale della storia del paese, quella legata a Bob Marley.
Prima tappa è a Trench Town. Qui si trova la prima casa di Bob Marley, quella in cui ha iniziato a vivere dall’età di circa 16 anni, dopo essersi trasferito dalla campagna per studiare musica (si trova esposta la sua primissima chitarra). La stanza che vedete nella foto è quella in cui, insieme all’amico Vincent Ford, ha composto nel 1975 la celebre canzone “No Woman No Cry”. Ma c’è di più: Ford era il direttore della mensa per i poveri di Trench Town, il ghetto di Kingston, mensa frequentata anche dallo stesso Bob prima che iniziasse a guadagnare con la sua musica. Con la decisione di registrare la canzone a nome di Ford, Bob si è assicurato che le entrate provenienti dalla vendita e dai diritti d’autore permettessero la sopravvivenza di questa mensa fino ai giorni nostri!
Marley non fu solo un grande musicista, ma una personalità di grande spicco: la prima star internazionale proveniente dalla Giamaica, un star che apertamente professava pace e uguaglianza. Lui era un rastafariano ovvero professava un culto che è una miscela tra religione cristiana ed ebraica. Tra le varie usanze si utilizza la marijuana per favorire la meditazione per interagire meglio con Jah, il loro dio. Queste e tante altre informazioni è possibile scoprire nel secondo luogo iconico di Kingston: la casa su Hope Road, quella in cui Bob Marley ha vissuto con la sua famiglia, composta da ben 12 figli, e dove ha anche subito un attentato (di cui sono testimoni alcuni proiettili ancora visibili sulle pareti). Al suo interno c’è anche lo studio di registrazione dove sono stati incise le canzoni che hanno fatto la storia del reggae. Ora tutto questo è diventato Bob Marley Museum: nelle foto qui sotto potete vedere solo l’esterno perché dentro è vietato riprendere o scattare fotografie. Non vi resta che entrare per vedere con i vostri occhi e sentirvi raccontare la storia dalle guide: si tratta di ragazzi che non perdono l’occasione per intonare brani delle sue canzoni e che vi faranno sentire come dentro ad un jukebox!
Il tour della capitale prosegue con la visita alla Devon House ed una piacevole pausa pranzo. Devon House è la villa del primo milionario di colore jamaicano. La costruì alla fine del 19esimo secolo, di ritorno dopo aver fatto fortuna in Venezuela. Si tratta di un capolavoro di architettura vittoriana, che fu persino visitato dalla Regina Elisabetta II nel 1982 (come testimonia una fotografia autografata appesa al suo interno).
Devon House ospita ora due posticini davvero carini per mangiare. Il primo è Devon House Patties, dove ho assaggiato il famoso patty all’aragosta. Questi tortini salati sono un tipico light lunch jamaicano e hanno una forma unica, oltre ad essere davvero buonissimi! Il secondo esercizio commerciale ospitato è Devon House Ice-Cream, la più celebre gelateria dell’isola nonché la quarta gelateria migliore al mondo secondo il National Geographic. Ovviamente, non potevo non assaggiare la loro stracciatella!
La giornata successiva lasciamo presto la capitale per dirigerci verso le Blue Mountains: si tratta della più grande catena montuosa delle Jamaica, che offre paesaggi di una bellezza unica.
Dopo un’oretta di macchina raggiungiamo Strawberry Hills, dove 59 gradini più in alto del parcheggio sorge un hotel con una infinity pool che vanta una vista davvero suggestiva sulle montagne. Il luogo ideale per godersi la pace di questi luoghi!
All’interno di Holywell Park, distante altre due ore di macchina, abbiamo fatto trekking scegliendo tra sentieri di varia difficoltà. Qui è possibile anche fare birdwatching, sempre che non troviate troppa nebbia come è capitato a me! Qui sotto vedete Lisa, la nostra guida, indossare un bellissimo bomber con il colibrì, che è anche l’uccello nazionale della Jamaica!
Sulle pendici delle Blue Mountains si trovano diverse piantagioni di caffè: qui potrete scoprire i segreti di come viene realizzato uno dei caffè migliori ma anche più rari del mondo, nonché godervi un piacevole coffe break!
Per pranzo ci siamo fermati da Eits Cafè, un locale tipico con tovaglie coloratissime, simpatiche statuine e oggetti in legno, oltre ad una serie di targhette ciascuna contenente i nomi delle persone che lo frequentano abitualmente!
Port Antonio
Siamo giunti così all’ultima tappa del viaggio in Jamaica, Port Antonio, chi trova esattamente al di là delle Bue Mountains rispetto a Kingston. Trascorriamo qui, al Jamaica Palace Hotel, le tre notti che ci separano dal rientro in Italia.
Port Antonio è il lato dell’isola meno turistico e chiassoso in assoluto. Una serie di baie e calette creano un’atmosfera intima e raccolta, più autentica.
Prima tappa: Frenchman’s Cove, una caletta deliziosa e incontaminata, orlata da palme e con sabbia bianchissima.
Questa spiaggia, come molte in questa zona della Jamaica, è privata e per entrare occorre pagare un biglietto di circa 10 dollari (i prezzi dappertutto sono espressi sia in dollari jamaicani che americani).
Ma l’acqua più incredibile di tutta la Jamaica, per me, si trova alla Blue Lagoon.
Qui l’acqua salata del mare si mischia con acqua dolce che sgorga proprio ad un passo dalla battigia, creando una tonalità di azzurro unica e davvero incredibile! Talmente trasparente, che non si direbbe che il fondale arriva ad essere profondo fino a 65 metri!
La laguna era originariamente conosciuta come Blue Hole, ma il suo nome fu cambiato dopo essere stata scelta come ambientazione del film “Laguna Blu” con Brooke Shields. In onore al successo del film e alla crescente popolarità che di conseguenza acquistò questo luogo, i jamaicani decisero di cambiarle il nome in Blue Lagoon!
All’interno della Blue Lagoon si trova un’isoletta minuscola chiamata Monkey Island, che ci hanno spiegato essere utilizzata spesso per feste private. Un vero paradiso!
La laguna è immersa in una vegetazione rigogliosa e per pranzo abbiamo raggiunto Kanopi House, un hotel costruito come una gigantesca casa sull’albero… Luoghi di questi tipo, così insoliti, mi lasciano sempre senza il fiato!
Se vi trovate in zona Port Antonio per ora di cena, vi consiglio di provare i famosi veggie burger di Woodie’s Low Bridge Palace. Questo carinissimo ristorante è gestito da Cher e suo marito Woodie: oltre a burger di ogni tipo, preparano piatti tipici della cucina jamaicana e ginger beer fatta in casa… Il posto ideale per trascorrere un’ultima bella serata in Jamaica!
E’ tempo di salutare Will, il fantastico driver che ci ha accompagnato durante tutto il viaggio sempre con un enorme sorriso!
Ringrazio di cuore Emanuele, Lisa e l’intero ente del turismo Visit Jamaica per avermi permesso di scoprire la loro affascinante isola a 360 gradi: non solo mare caraibico e spiagge stupende, ma anche molto altro di interessante!
Buon lunedì e felice inizio di settimana a tutti voi!
7 comments
Cara Laura le foto come al solito sono spettacolari!! leggere i tuoi articoli è sempre meraviglioso perchè mi fai viaggiare come se fossi li <3
http://www.fashionjuls.it
Grazie di cuore Giulia!
Wow, increible viaje. Viendo tus fotos siempre dan ganas de viajar a esos destinos tan preciosos que nos enseñas. Estas muy guapa en todas las fotos. Baci e buona settimana !!!
Muchas gracias Olga!
Ciao Laura, i tuoi post sono veramente fantastici. Posso chiederti in che periodo sei stata in Jamaica?
Grazie
Ciao Francesca, grazie mille!!
Sono stata in Jamaica a metà Novembre!
Ciao Laura! Complimenti per il bellissimo Blog e per la cura con cui descrivi i tuoi viaggi. Hai una nuova fan :D