Viaggio in Oman
Viaggio in Oman. Torno a visitare a distanza di circa un anno la penisola arabica. Questa volta la destinazione è una di quelle ancora meno conosciute e visitate, l’Oman. Qui ho trascorso 5 meravigliosi giorni alla scoperta di paesaggi, cultura e tradizioni… Ecco il mio diario di viaggio, completo di indirizzi e alcuni consigli pratici!
Viaggio in Oman: Cosa vedere in 5 giorni
Per raggiungere l’Oman, ho volato con la compagnia di bandiera Oman Air partendo da Milano Malpensa. Il volo in direzione della capitale Muscat è durato appena 6 ore e mezzo, con partenza alle 21:30 e arrivo 7:05 ora locale. Ho avuto a disposizione in tutto quattro giorni e mezzo, che ci sono bastati per visitare tutto quello che desideravamo. Tuttavia se ci fossimo fermati qualche giorno più, mi sarebbe piaciuto visitare sia la capitale Muscat sia le coste, in quanto mi è stato detto che il mare qui sia bellissimo.
Per entrare in Oman è richiesto il visto, acquistabile online (sul sito ufficiale https://evisa.rop.gov.om/) al prezzo di circa 11 euro per un soggiorno di massimo 10 giorni. Poche ore dopo aver compilato la richiesta con tutti i dati e aver allegato copia digitale del passaporto ed una foto-tessera, il visto è arrivato direttamente nella mia casella di posta: un servizio davvero veloce!
Ancora qualche informazione:
- non è necessario alcun vaccino particolare;
- l’acqua del rubinetto è potabile ma ho preferito, per lavarmi denti, utilizzare quella della bottiglia (soprattutto mentre ero nel deserto);
- il fuso orario è di sole meno 3 ore rispetto all’Italia (che diventano 4 quando vige l’ora legale)!
Dopo essere atterrati ci aspettavano circa tre ore di macchina per raggiungere la prima tappa del nostro viaggio in Oman. Il resort Ananatara Al Jabal Al Akhdar si trova infatti tra le montagne della catena montuosa Al Hajar, più precisamente arroccato sull’Al Jabal Al Akhdar (letteralmente la “montagna verde”) a quota 2.900 metri sul livello del mare. Questa particolarità lo rende il resort di lusso più alto di tutto il Medio Oriente! E’ un luogo davvero incredibile, anche per via della sua architettura: il design è infatti ispirato ad una fortezza incastonata nelle rocce, tutta circondata da montagne. La temperatura qui è più frizzantina rispetto che nella capitale, dove le medie in questa stagione si assestano tra i 20° ed i 30°C. Mentre sulle montagne si scende di circa 5°.
Le camere del resort sono tutte molto belle: io ho avuto il piacere di soggiornare sia in una situata al primo piano, con una bellissima terrazza con vista panoramica, sia in una Cliff Pool Villa. E’ stato incredibile ritrovarsi a camminare sul bordo di una infinity pool con vista sul canyon!
Una delle escursioni che è possibile prenotare direttamente in hotel è la gita in fuoristrada per salire a più di 3000 metri di altitudine e da lì poter ammirare il sole tramontare proprio in mezzo alle montagne, assaggiando una selezione di deliziosi datteri locali: guardate che spettacolo!
Appena cala la luce, il resort viene illuminato da fuochi che rendono l’atmosfera ancora più magica! Nel corso della permanenza abbiamo avuto modo di provare alcuni dei cinque ristoranti. I miei preferiti: il Bella Vista, ristorante sulla piscina aperto solo per pranzo che offre piatti della cucina italiana (lo chef è un simpatico ragazzo siciliano) e Al Burj, il ristorante arredato con bellissime lanterne che potete vedere qui sotto!
La mattina successiva ci siamo svegliati presto per andare a visitare Nizwa, prima capitale dell’Oman fino al XVI secolo. Abbiamo trascorso qui tutta la mattinata, alla scoperta del souq, ovvero il mercato, e del forte, entrambi situati all’interno delle antiche mura della città. Entrare è come fare un salto indietro nel tempo: vi ritroverete a camminare a fianco di donne che indossano costumi tradizionali e a scoprire odori e colori di una cultura così distante dalla nostra.
Il souq è molto grande e suddiviso per settori. Per primo ho visitato quello dei datteri, che sono il prodotto tipico omanita. La più grande coltivazione di palme da dattero è proprio nella zona attorno a Nizwa, e da qui vengono poi esportati in tutto il mondo. I datteri sono un frutto dalle proprietà interessanti: sono super energizzanti e possono essere conservati a temperatura ambiente e consumati addirittura fino a due anni. Per questo si dice che i beduini non possano attraversare il deserto se non hanno in tasca una scorta di datteri!
Oltre a questo mercato c’è anche il mercato del bestiame (che si tiene solo il venerdì dalle 6 alle 9 del mattino), quello delle spezie, dell’argento e di tantissimi altri prodotti. Ci sono anche svariate botteghe che vendono bellissimi vasi di terracotta!
Visitare il souq è stata una delle esperienze più belle del viaggio e vi consiglio di non perdervela perché qui si percepisce la vera essenza dell’Oman!
Una volta lasciato il souq ci siamo addentrati all’interno del forte, il più antico di tutto l’Oman e fino al XVI secolo proprio da qui veniva controllato il regno. E’ possibile salire fino in cima alla torre, alta 30 metri, per godere di una vista panoramica sui dintorni della città e sulle montagne: attenzione perché gli scalini sono molto stretti e scivolosi (come strategia difensiva in caso di attacco dei nemici).
Nel pomeriggio rientriamo all’Anantara per goderci qualche ora di relax in piscina prima del tramonto! E all’improvviso suonano alla porta offrendoci un gigantesco piatto di frutta e due deliziosi cocktail: che meraviglia questo aperitivo al tramonto!
Prima della cena mi sono concessa un bellissimo trattamento alla spa, che mi rilassa al punto giusto da farmi addormentare presto in vista della sveglia della mattina successiva. Per raggiungere il deserto occorrono infatti svariate ore d’auto: la strada inizialmente ha molte curve perché stiamo scendendo dalle montagne, ma le corsie sono larghe e il nostro driver nonché guida, Abdullah, era molto bravo a guidare quindi non ho mai patito!
In circa tre ore abbiamo raggiunto le Wahiba Sands e siamo rimasti letteralmente a bocca aperta alla vista dei suoi colori: il cielo era limpido e il sole colorava 12 mila chilometri quadrati di sabbia di tutte le tonalità dall’ocra al rosso. Questo è il deserto più vicino alle città (da qui la capitale dista appena un paio d’ore di macchina), ma in Oman c’è anche un altro deserto, ancora più grande, condiviso con la vicina Arabia Saudita. Quest’altro può essere visitato solo con una guida speciale, un beduino che lo conosca bene perché non ci sono forme di vita ed è molto facile perdersi o rimanere impantanati nella sabbia. Durante il nostro viaggio in macchina verso il 1000 Nights Camp abbiamo anche incontrato alcuni cammelli selvatici che vagavano liberi al tramonto: è stato davvero emozionante!
Arriviamo finalmente al 1000 Nights Camp: mi aspetta la mia prima notte nel deserto dell’Oman (avevo già trascorso un’altra notte nel deserto a Dubai: ricordate? QUI potete trovare il relativo racconto), dormendo in una vera e propria tenda ispirata a quelle dei beduini ma equipaggiata con ogni comfort (elettricità, bagno e doccia con acqua calda). Unico lato negativo: la totale assenza di connessione internet e di wi-fi. Per poter utilizzare il telefono, in cui avevo inserito una sim omanita, ho dovuto farmi accompagnare da Abdullah in macchina qualche chilometro più distante, vicino al primo ripetitore 4G! È stata un’impresa trovarlo, ci siamo dovuti orientare con la bussola al buio nel mezzo del nulla!
Lasciato il camp, siamo andati a fare visita ad una famiglia beduina. Veniamo accolti nella loro tenda con caffè è datteri, e il sorriso dei 6 bimbi della coppia! Qui abbiamo l’opportunità di scoprire qualcosa in più sullo stile di vita dei beduini, che ci hanno detto essere cambiato molto negli ultimi 30 anni. Ora vivono per lo più una vita stanziale ai margini del deserto, all’interno di case assegnate loro dal governo. Possiedono ancora le tende, in cui ora vivono solo più i loro animali. Pochissimi trascorrono la loro vita esclusivamente nel deserto. La maggior parte ci va solo più durante il weekend, perché in settimana i bambini vanno a scuola per ricevere un’istruzione. Il giorno della nostra visita era un venerdì e per questo motivo ho potuto incontrare la famiglia al completo!
Poco distante dalla loro tenda incontriamo le loro caprette: anche loro vagano tranquille ed indisturbate sulla sabbia!
Siamo giunti così all’ultima tappa del mio viaggio in Oman. Una tappa che ho fortemente desiderato, un sogno che custodivo da molti anni e che finalmente ho potuto realizzare. Solo da Settembre a Dicembre è possibile avvistare le tartarughe marine mentre depongono le uova e, se si è fortunati, assistere al momento esatto in cui le uova si schiudono e le piccole tartarughe nascono e corrono veloci verso il mare! Può succedere qui in Oman, nei pressi della città di Sur, al Ras Al Jinz Turtle Reserve. La riserva ospita anche un hotel, in cui vi consiglio caldamente di soggiornare se volete fotografare le tartarughe. Vi spiego meglio il perché.
E’ possibile fare turtle watching su due turni distinti: uno di sera, dalle 20 sino a mezzanotte, l’altro al mattino presto dalle 5:00 fino alle 8:00. Quest’ultimo turno è riservato a chi dorme nella riserva (per motivi pratici: nella notte cala una nebbia fortissima ed è poco agevole avventurarsi per le strade per raggiungere la riserva prima dell’alba) e di conseguenza comprende un numero più ristretto di persone, mai più di una ventina. Invece al turno della sera possono accedere anche le persone che vengono da fuori, le quali verranno divise in più gruppi su più orari, dando la precedenza a chi dorme nel resort. Se ancora non siete convinti che la sveglia alle 4:30 del mattino sia necessaria, sappiate che il turno del mattino è l’unico in cui si riesca a scattare fotografie! Il flash è severamente vietato: i ranger sono dotati solo di una pila piccolina che punta un flebile fascio di luce rossa. Una eccessiva illuminazione potrebbe disorientare i piccoli e far spaventare le tartarughe grandi, che potrebbero non tornare più a deporre qui le uova. E’ dunque impossibile fotografare di notte. Al mattino invece, non subito ma al sorgere del sole (intorno alle 5:45) potrete sbizzarrirvi nel fare tutte le foto e i video che volete, sempre facendo attenzione a fare silenzio e a non avvicinarvi troppo.
La spiaggia delle tartarughe è molto profonda: dalla riserva ci si impiega circa 10 minuti di passeggiata sulla sabbia prima di arrivare alla spiaggia vera e propria, dove lo sguardo viene subito catturato dalle centinaia di buche enormi disseminate lungo tutta la lunghezza e la profondità della stessa. Queste sono le buche dove sono state depositate le uova. Le buche sono tantissime e sono enormi, tanto che sembra incredibile che possano essere state scavate da una tartaruga soltanto per quanto sono ampie e profonde! Inizialmente vedevo solo tartarughe intente a scavare, ma poi proprio quando stava albeggiando sono riuscita a vedere anche le uova schiudersi e le piccole tartarughe camminare fino nell’oceano: un’emozione davvero intensa!
Così si conclude il mio viaggio in Oman. E’ giunto il momento di salutare Abdullah Al Ramadani, la guida (e driver) che ci ha accompagnato passo passo in queste splendide avventure, assecondando ogni nostro desiderio e rendendo questo viaggio ancora più speciale grazie ai suoi aneddoti e racconti interessanti! Se avete bisogno di informazioni, potete contattarlo via WhatsApp al numero +968 95040320: lui parla in inglese ma può mettervi in contatto con altre guide che parlino in italiano o in qualsiasi altra lingua!
Ringrazio l’Ente del Turismo dell’Oman per questa splendida esperienza!
Buon giovedì a tutti voi!
1 comment
Le tue foto cara Laura mi fanno sempre sognare e hai la capacità di scrivere cosi bene che ogni volta mi sembra di fare un vero viaggio!
http://www.fashionjuls.it