Il mio viaggio a Bali e alle isole Gili
Il mio viaggio a Bali. Quest’estate Manu ed io abbiamo deciso di regalarci una nuova avventura e visitare un luogo in cui la natura è rimasta ancora relativamente incontaminata. Quel luogo si chiama Indonesia, e noi abbiamo scelto Bali e le isole Gili.
Abbiamo acquistato i biglietti con un discreto anticipo e per la prima volta ci siamo affidati alla compagnia aerea Qatar Airways, una delle migliori con cui abbia mai volato. A parte la pulizia, quello che mi ha colpito è stato il cibo di ottima qualità. Inoltre il menù prevedeva anche una gradevole alternativa vegana (ed io al ritorno ho fatto colazione con noodles e tofu, ma quando hai il fuso orario così sballato non ci fai neanche troppo caso!). Unica nota dolente, avendo acquistato i biglietti con così tanto anticipo, hanno anticipato l’orario del volo di andata aumentando così le ore di scalo all’aeroporto di Doha (che sono diventate 8) e allungando di conseguenza la durata complessiva del viaggio di andata a 20 ore, contro le 16 del ritorno. Siamo arrivati all’Aeroporto Internazionale di Denpasar alle 23:30 circa ora locale, sei fusi orari in avanti rispetto all’Italia, e ci siamo subito diretti verso la prima tappa del nostro viaggio a Bali.
Il mio viaggio a Bali: cosa vedere, dove dormire e mangiare
PRIMA TAPPA: UBUD
E’ la metà culturale di Bali: qui vicino si trovano tutti i templi più importanti e alcuni dei luoghi storici dell’isola come la foresta delle scimmie, le splendide risaie e l’Elephant Cave. A Ubud abbiamo trascorso le prime 4 notti: 3 all’Alaya Resort Ubud, un hotel completamente immerso nella natura, con due magnifiche piscine (di cui una, che vedete qui sotto nelle foto, con un gazebo molto suggestivo), un giardino fiorito e curato meravigliosamente, nonchè una posizione stupenda, a pochi minuti a piedi dalla Monkey Forrest.
La camera era arredata con gusto, in stile tipicamente balinese, così come tutto il Resort. Noi abbiamo soggiornato nella Deluxe Room, che si trova al piano terra con delizioso terrazzino: molto è spaziosa e silenziosa. Tutto era davvero curato, anche la scelta dei saponi, che avevano un profumo buonissimo!
La colazione all’Alaya Resort Ubud era freschissima e veniva impiattata con molto gusto. Vi consiglio di provare la Alaya Breakfast, che è ottima! Io l’ho gustata a bordo piscina!
CLIMA. Ubud si trova nella parte centrale dell’isola di Bali, la più verde e per questo anche la più piovosa. Noi siamo stati abbastanza sfortunati in quanto durante il nostro soggiorno in questa parte dell’isola abbiamo quasi sempre trovato pioggia, al mattino o al pomeriggio. Il clima è piuttosto umido, ma non caldissimo: in media le temperature si aggirano intorno ai 25/26°C con picchi un po’ più alti quando c’è il sole pieno.
Essendo il fascia equatoriale le ore di luce e buio sono esattamente le stesse: il sole sorge verso le 6:30 del mattino e alle 6:30 di sera e già buio pesto!
L’Alaya Resort Ubud si trova a pochi minuti a piedi dal Sacred Monkey Forest Sanctuary. Il primo giorno, dopo un po’ di relax in piscina, abbiamo deciso di avventurarci alla sua scoperta. Il luogo è di una bellezza incantevole, anche se pare si debbano temere scippi da parte delle scimmie che si dice rubino cappelli e addirittura cellulari per ottenere cibo in cambio! A mio parere però, le scimmie sono piuttosto nervose in quanto la maggior parte dei turisti le tormentano, toccandole con insistenza e facendole salire addirittura addosso solo per scattare foto. Io non ho voluto interferire troppo con la natura, perchè è una cosa che personalmente non condivido, quindi mi sono semplicemente limitata ad avvicinarmi con cautela agli animali per scattare le mie fotografie e girare video per Instagram Stories e vlog, senza paura che le scimmie mi rubassero alcunché. L’unica cosa a cui sono dovuta stare attenta sono stati i lacci delle mie espadrillas di Manebì: le scimmiette dispettose si divertivano a slacciarmele per giocarci!
Il momento più tenero, però, è stato quando mi sono avvicinata a una mamma con il suo cucciolo e questo, attirato dai luccichini della scimmietta ricamata sulla mia t-shirt ha iniziato a giocarci, ponendo addirittura la sua manina sul mio braccio. E’ stato un momento davvero emozionante!
Quando Manu ha provato a fare lo stesso, però, non è stato così fortunato. Si è seduto di fianco a un maschio di scimmia che stava mangiando la sua banana e mentre io gli stavo scattando una foto, lui senza un motivo apparente lo ha attaccato, graffiandolo sul braccio. Ci siamo molto spaventati per l’accaduto, ma le guardie della foresta ci hanno assicurato che tutti gli animali sono controllati periodicamente dai veterinari e senza alcuna malattia. Manu, per fortuna, aveva fatto da poco il richiamo dell’antitetanica e non ha avuto nessun problema successivo.
Un consiglio: se decidete di avvicinarvi alle scimmie fate sempre molta attenzione in quanto sono animali e, come tali, completamente imprevedibili!
PASTI. Bali é piuttosto economica e non si spende molto per mangiare. Il cibo è buonissimo: frutta e verdura di ogni tipo, tutto freschissimo e di primissima qualità. In molti locali si trovano pietanze di ispirazione australiana, con una grande predilezione per piatti vegetariani e vegani, e per quelli a base di pesce o pollo.
Per il nostro primo pranzo a Ubud abbiamo scelto Watercress, ordinando due smoothie rinfrescanti a base di ananas, menta e cetrioli, Acai Bowl per me e hamburger al salmone per manu. I prezzi si aggirano intorno ai 15 € a persona.
Il personale dell’Alaya Resort Ubud è stato davvero accogliente, gentile e scrupoloso, nonché molto attento nella organizzazione delle escursioni. Per il giorno successivo ci hanno consigliato di svegliarci presto, per non perdere neanche un raggio di sole e godere appieno delle 3 escursioni in programma. L’appuntamento era alle 6:15 e ad aspettarci abbiamo trovato due breakfast boxes a base di pane, marmellata e frutta, da gustare durante il viaggio.
La prima tappa sono state le Rice Terrace Tegalalang: siamo arrivati poco dopo l’alba e lo scenario che si è aperto davanti ai nostri occhi era di una bellezza impressionante. Qui la coltivazione del riso, tra le più imponenti di tutta Bali, è resa ancora più suggestiva dai vari livelli di terrazzamento e dalla giungla circostante, che comprende moltissime palme da cocco e piantagioni di banane!
Dopo le risaie ci siamo diretti all’Elephant Cave di Goa Gajah, uno dei templi più visitati di Bali. Per entrarvi sia le donne che gli uomini devono indossare il Sarong, una sorta di pareo colorato, acquistabile all’ingresso unitamente al prezzo del biglietto e che a noi è stato messo a disposizione dalla nostra guida. La parte esterna è costituita da grandi fontane circondate da giardini lussureggianti che evocano un senso di pace assoluta, mentre la grotta, che è il tempio vero è proprio, emana un allure mistico in grado lasciare davvero senza fiato!
Terza e ultima escursione per la giornata è stata quella al Tempio Batubulan per vedere al suo interno il Barong e la danza dei Kris, uno spettacolo locale molto famoso che rappresenta l’eterna lotta tra il bene ed il male e ci ha regalato un ora di immersione totale nella cultura più antica di questo popolo meraviglioso.
TRASFERIMENTI. Abbiamo deciso di non affittare, come molti turisti fanno, né la macchina né il motorino, in quanto dopo aver osservato per un po’ la guida locale non ci sentivamo troppo sicuri. La guida a Bali è a destra e i balinesi guidano in modo piuttosto spericolato. Per questo abbiamo scelto di affidarci ad un autista, Jabrick, che ci ha seguito durante tutto il viaggio a Bali, accompagnandoci poi anche al porto per andare alle Gili e venendoci a riprendere quattro giorni dopo. Avere a disposizione un autista privato è abbastanza accessibile in quanto i prezzi sono molto bassi e la cifra massima che si può arrivare a pagare per una lunga tratta (di 3/4 ore) è 30 €.
Ecco qui sotto Manu con JabricK: vi lascio numero di telefono +62 87861994490, in caso vi dovesse servire una persona fidata e gentile che vi segua durante il viaggio (potete tranquillamente contattarlo via Whatsapp).
Una volta rientrati dalla giornata, alle 17:00 circa ci siamo diretti verso Dining Corner Restaurant presso Kayumanis Ubud Private Villa & SPA dove avevano organizzato per noi una cena su una terrazza immersa nella foresta. L’orario ci è stato consigliato per cenare davanti al tramonto, che, da quel punto strategico è assolutamente incredibile. Abbiamo sperimentato per la prima volta la cucina tipica balinese, molto piccante, a base di pesce e insalate, in un menù davvero ottimo realizzato per noi dal bravissimo chef. Subito dopo il tramonto la piscina è stata illuminata con piccole lanterne, con una leggera musica in sottofondo, che ha reso l’atmosfera ancora più calda!
Ci siamo poi siamo trasferiti all’Alaya Resort Jembewan, che si trova sempre nei pressi di Ubud ed è nuovissimo, questa è stata infatti la sua prima estate di apertura. Rispetto all’altro resort del gruppo, è situato ancora più nel cuore della foresta in un atmosfera di completo relax per gli occhi e la mente.
La camera è un open space arredato con molto gusto, anche questa dotata un magnifico terrazzino vista piscina, completamente immerso nella natura lussureggiante di Ubud.
Per i pasti vi consiglio il ristorante del Resort, che si chiama Herb Library e offre una selezione di piatti vegetariani e vegani, con un’ampia scelta di bowls. Noi abbiamo ordinato la Japanese Bowl ed era deliziosa!
Nel pomeriggio ci siamo recati alla DaLa Spa, interna al resort. Un luogo incantevole dove trascorrere momenti di puro relax per rigenerarsi completamente, partendo dal tipico massaggio ai piedi per finire con tanti diversi trattamenti. Noi abbiamo scelto l’Abhyangam, un massaggio di coppia total body da 60 minuti realizzato con un particolare olio a base di erbe officinali.
Verso sera riceviamo una brutta notizia: il giorno successivo saremmo dovuti partire per le Isole Gili con la fast boat ma la guardia costiera aveva deciso di bloccare tutte le barche in partenza e in arrivo per due giorni, per via del maltempo e del mare in tempesta. Questo ci ha quindi costratto a cambiare i nostri programmi (nonostante tutti gli hotel già prenotati) e improvvisare! Quando si viaggio è importante cercare di essere sempre elastici ed avere sempre pronto un piano B.
SECONDA TAPPA: CANGGU
Il nostro piano B ci ha portato a Canggu per una notte, dove Manu ha approfittato delle onde bellissime per fare surf, mentre io mi sono goduta un po’ di sole sulla splendida spiaggia di sabbia chiara. Abbiamo prenotato all’ultimo su Booking.com e abbiamo scelto l’hotel Aradhana Villas: una villa privata tutta per noi con piscina e bagno un po’ all’aperto un po’ al chiuso, una costante di questo viaggio!
La giornata a Canggu è stata molto divertente per Manu che non vedeva l’ora di fare surf a Bali e qui ha potuto divertirsi un po’ con le onde!
PASTI. Indirizzo imperdibile per mangiare a Canngu è Bali Bowls per bowl e smoothie di una qualità eccezionale. Ci è piaciuto talmente tanto che lo abbiamo scoperto a pranzo e ci siamo tornati anche a cena, facendo amicizia con i proprietari che ci hanno detto avere altri due locali analoghi uno a Ibiza uno a Dubai!
Il giorno successivo, nonostante piovesse, abbiamo deciso di recarci al tempio di Tanah Lot, vicino a Canggu. La giornata era piuttosto brutta, a tratti pioveva, quindi, purtroppo, non siamo riusciti a godercelo come avremmo voluto.
TERZA TAPPA: PADANG BAY
Nel pomeriggio ci siamo spostati verso Padang Bay, dove si trova il porto da cui partono le barche per le isole Gili (che ci avevano assicurato sarebbero ripartite dal giorno successivo a partire dalle 9 del mattino). Abbiamo cenato in un ristorante di cucina messicana buonissima che si chiama Omang Omang. Se Padang Bay doveva essere un luogo di puro passaggio, grazie a questa cena mi è rimasto nel cuore. Quando si dice che i Balinesi sono persone di grande cuore e generosità è vero: quella sera Irma, la digital manager degli Alaya Resorts, é venuta da noi a Padang Bay per riportarci dei vestiti che avevamo dimenticato in hotel più una busta di vestiti in regalo da un negozio di Ubud che mi aveva contattata su Instagram e mi aveva spedito i vestiti in ufficio da lei. Ma non era sola: é venuta accompagnata dal marito e dai suoi due bellissimi bambini. Ci ha fatto conoscere il proprietario del locale, un australiano che si è trasferito da 20 anni a Bali per lavoro e che ha condiviso con noi la sua storia e la sua bella visione del mondo e della vita. Già perché vivere a Bali ti cambia profondamente: i Balinesi hanno una cultura dell’altruismo e dell’aiuto che lascia spesso senza parole noi occidentali, ormai profondamente abituati all’egoismo che troppo spesso circonda le nostre vite.
QUARTA TAPPA: ISOLE GILI
Finalmente, con due giorni di ritardo sulla tabella di marcia, possiamo partire per Gili Meno. La nostra fast boat sarebbe dovuto salpare alle 9:30 del mattino, ma è partita con un ora e mezza di ritardo, facendoci presto capire quanto la concezione del tempo e degli orari per quanto riguarda le partenze sia molto relativa per i Balinesi. Dopo due ore e mezza di viaggio e un mare piuttosto calmo siamo arrivati alla nostra isola, Gili Meno. Lì non esiste un porto, e neppure un pontile per attraccare: dalla fast boat ci hanno trasferito su una barca più piccola e, dopo esser avvicinata il più possibile a riva, ci hanno fatto scendere con le valigie sulla testa e i piedi letteralmente immersi nell’acqua! Un arrivo decisamente particolare, che ci ha fatto entrare subito nello spirito wild dell’isola. In nessuna delle tre isole Gili, Gili Trawangan, Gili Air e Gili Meno, sono presenti macchine o mezzi a motore. Le strade sono tutte sterrate e ci si sposta a piedi oppure sui taxi locali, ovvero calesse trainati da piccoli cavalli. Noi abbiamo preso quest’ultimo per raggiunger il nostro hotel: eravamo davvero stipati perchè avevamo tante valigie e lo spazio a disposizione sui calesse è molto limitato. Quindi, avete modo di lasciare le valigie a Bali, vi consiglio di spostarvi su queste isole con uno zaino contenente solo l’essenziale!
Tra un saltello e l’altro, siamo finalmente arrivati a Les Villas Ottalia. Un hotel che si trova al centro dell’isola, completamente immerso nella natura circostante, simile a quella di Bali, ma con molti più fiori, soprattutto bouganvillea, di tutti i colori.
Le villette sono splendide, molto pulite e curate. Si può tranquillamente camminare a piedi nudi. Ho particolarmente amato il letto a baldacchino, anche se devo ammettere che la rete fosse solo coreografica, in quanto le zanzare e gli insetti erano quasi inesistenti.
La luce del tramonto a Gili Meno ha qualcosa di magico. Il cielo si colora di rosso e arancione e la spiaggia (che è completamente ricoperta di coralli) cambia letteralmente colore.
Subito dopo il tramonto l’isola cambia, diventa quasi totalmente buia. Le luci artificiali sono pochissime e ci si sposta guidati dalla luce della luna, che per fortuna era luna piena durante i nostri giorni di permanenza.
Il giorno successivo finalmente abbiamo fatto snorkeling e nuotato con le tartarughe marine, da sempre uno dei miei più grandi sogni! Ho nuotato nel blu dell’oceano Indiano più profondo, noncurante delle meduse, solo per poter vedere da vicino quei splendidi animali! Per ben due volte: una al mattino presto e una al tramonto. Vi consiglio, se dovete scegliere, di prenotare per il tardo pomeriggio. Al mattino le tartarughe sono affamate e a caccia di meduse, che letteralmente divorano, facendole a brandelli. Questi pezzi però si disperdono in acqua, e continuano ad essere urticanti: se vengono a contatto con la pelle, la ustionano. Purtroppo a Manu è successo: per fortuna sulla spiaggia ci sono dei centri medici molto attrezzati e gli hanno praticamente una puntura che in poco più di un’oretta gli ha fatto dimenticare tutto il dolore!
Tutte le foto sott’acqua sono state scattate con GoPro HERO4 con l’ausilio di Dome, uno strumento fantastico che permette di realizzare le foto a pelo d’acqua! L’ho acquistato su GoCamera e vi lascio, se vi interessa, il link diretto per scoprire di più QUI!
TRASFERIMENTI. Le tre isole sono vicine, tanto che le si vede all’orizzonte! Dall’una all’altra si impiega non più di 15 minuti di barca. Noi abbiamo conosciuto due ragazzi gentilissimi che ci hanno aiutato con gli spostamenti: si chiamano André e Aldi, il loro numero è +62 87765162013 e, anche nel loro caso, abbiamo usato Whatsapp per metterci in contatto!
PASTI. La cucina delle Gili è completamente diversa rispetto a quella di Bali, è più indonesiana e speziata, oltre che molto meno curata. Anche quando abbiamo mangiato il pesce alla griglia in un ristorante rinomato era bruciato e non troppo buono. Inoltre essendo letteralmente invase dai turisti i prezzi sono più elevati, comparabili a quelli italiani.
Gli abitanti delle isole Gili, come quelli di tutta Lombok, sono musulmani e, sebbene siano abituati al turismo occidentale, il loro approccio è molto diverso rispetto a quello dei Balinesi. Non sono per niente ospitali, anzi sono veramente bruschi con i turisti in generale, specialmente se donne. Mi sono trovata in situazioni in cui non sono stata neanche guardata in faccia mentre parlavo o chiedevo informazioni oppure al ristorante accompagnavano la sedia al tavolo a Manu, ma non a me. Si sono verificate una serie di situazioni spiacevoli, che hanno contribuito a rovinare il mio ricordo positivo delle Gili.
In generale le isole sono molto sporche e tenute malissimo dai locali, che non sanno gestire questa enorme ondata di turismo che li ha invasi. Le loro case sono tenute malissimo, i loro giardini sembrano pattumiere a cielo aperto per quanto sono piene di pezzetti di qualunque cosa disseminati in ogni angolo. Ed io ho soggiornato a Gili Meno, la meno turistica delle tre. A Gili Trawangan la situazione è anche peggio. Ogni sera al centro dell’isola bruciano i rifiuti della giornata e si innalza una nube di fumo nero visibile anche dalle altre isole. Ciononostante il mare è stupendo e pulitissimo, e anche le spiagge sono tenute molto bene, pulite e ricoperte di coralli. La barriera corallina inizia a pochi passi dalla riva: consiglio di indossare sempre le pinne per proteggere i piedi e per aiutarvi tra le forti correnti che caratterizzano l’Oceano. Noi prima di partire avevamo acquistato due maschere subacquee Easybreath da Decathlon: si tratta una maschera full face, che non solo permette una visione panoramica dei fondali ma protegge anche dalle meduse, che, ci hanno detto i locali, tendono ad attaccarsi nella delicata zona tra naso e labbra.
Finalmente alle Gili riesco a incontrare il mio amico Maicol: dopo esserci letteralmente rincorsi a Ubud, visitando gli stessi posti, ma sempre in orari diversi, finalmente riusciamo a incontrarci durante la sua gita Gili Meno e trascorrere un po’ di tempo insieme dall’altro lato del mondo!
ULTIMA TAPPA: NUSA DUA
Dopo 3 notti alle Gili abbiamo ripreso la fast boat per tornare a Bali. Purtroppo per via dei ritardi siamo arrivati al porto di Padang Bay alle 14:00, per il pranzo siamo tornati da Omang Omang che si trova proprio a 5 minuti a piedi dal porto (dove abbiamo mangiato due bowl di frutta fresca e yogurt) e poi ci siamo diretti a Nusa Dua, al The Ritz-Carlton, Bali. Siamo qui arrivati intorno alle 17, poco prima del tramonto, dopo una giornata intera di viaggio.
La vista della nostra camera mi ha restituito tutta la gioia persa per via della giornata di viaggio: era davvero enorme! C’era una cabina armadio, una doccia gigante, una zona salotto e un mega letto! All’esterno la piscina privata e un tagliere di frutta fresca e dolcetti al cocco come benvenuto!
Ma non era l’unica sorpresa: la piscina privata era collegata alla sala da bagno, con una mega vasca ricoperta di frangipane e petali di rosa!
Il mattino successivo il team del The Ritz Carlton ci ha viziato con una deliziosa colazione galleggiante!
Abbiamo trascorso questi ultimi giorni a Bali all’interno del resort, che è molto grande e offre una vasta quantità di attività per tutti i gusti.
Al tramonto abbiamo provato la lezione di anti-gravity yoga: un’esperienza davvero affascinante e rilassante, che mi ha avvicinato al mondo dello yoga tanto che vorrei iscrivermi ad un corso questo inverno!
Manu è anche riuscito a fare di nuovo surf insieme all’istruttore del Ritz Carlton, che si è messo a sua disposizione per accompagnarlo. In questa parte dell’isola di solito non si fa surf perchè le onde sono molto alte e si infrangono vicino alla barriera corallina: per questo è importante avere accanto una persona molto esperta.
Abbiamo provato tutti e quattro i ristoranti presenti all’interno del The Ritz Carlton ed erano tutti particolarmente buoni e curati. Il mio preferito è stato sicuramente il pranzo al ristorante sulla spiaggia, il The Beach Grill!
Durante questo viaggio ho scelto di portare con me i miei due profumi preferiti del momento, Ylang Ylang Nosy Be e Patchouli Nosy Be di Perris Monte Carlo. Dall’altro lato dell’Oceano Indiano rispetto a Bali si trova il Madagascar e Nosy Be è una delle sue isole. Tutti la conoscono come l’isola profumata, perché nell’aria si respirano note di vaniglia, caffè, cacao. Ma soprattutto di Ylang Ylang, un bellissimo fiore dal colore giallo acceso, dal profumo delicato e sensuale, nonché l’elemento principale della fragranza Ylang Ylang Nosy Be, e di Patchouli, pianta da cui si estrae un olio essenziale ricco e intenso, alla base di Patchouli Nosy Be.
Ci tengo moltissimo a ringraziare Anggy e Sandy del team comunicazione, press e digital del The Ritz Carlton, Bali. Oltre ad avermi organizzato un soggiorno da sogno, mi ha fatto un ultimo regalo davvero speciale. Un ventaglio come arrivederci, per ricordare la bellezza di Bali. Non vedo l’ora di appenderlo nella mia nuova casa!
Al mio rientro a casa, trovo una dolcissima email di Anggy contenente alcune fotografie scattate da Sandy, che vedete qui sotto. Abbiamo atteso a lungo insieme la nascita delle tartarughe ma purtroppo non siamo riusciti ad assistervi: ha avuto luogo proprio nel giorno della nostra partenza!
Spero il mio diario di viaggio a Bali possa esservi utile per organizzare il vostro prossimo viaggio in questo luogo magico.
Presto uscirà anche il vlog, non perdetevelo!
Felice lunedì e vi aspetto prestissimo con nuovi post!
1 comment
Ci hai fatto venire voglia di andare :)